Milan Tèsign Week
All'ultimo Fuorisalone i legami tra tè, tempo, bambù e una cena esclusiva.
Benvenutə alla nuova puntata di StoryTealling, la newsletter dedicata alle notizie, al marketing e alle storie attorno al mondo del tè. Io sono Enrico Banfo, bevo tè e lavoro nella comunicazione. Grazie per essere qui. Cominciamo!
Riappropriamoci del tempo per noi stessi
Oltre che una bevanda, il tè richiama tutta una serie di suggestioni — anche un filo folkloristiche — legate alla sua preparazione e cultura. Se però tutto questo è proposto da un’azienda giapponese, con un concept 100% nipponico e il giusto contesto, allora l’esperienza acquisterà un suo perché. Per esempio quella proposta da Seiko.
Qui il tempo non scorre semplicemente ma viene vissuto.
Come racconta il sito ufficiale, Grand Seiko è “official timekeeper” del Fuorisalone e del Brera Design District. All’interno dello spazio Verga 1947 in Brera, l’azienda ha posizionato i giusti tasselli per uno storytelling completo:
L’heritage del brand — 14 vetrine ed altrettanti orologi, presentati come opere d’arte dalla meccanica affascinante, per valorizzare la maestria e l’abilità artigianale giapponese
Un concept coinvolgente — “Alive in time”, dedicato alla riscoperta del valore del tempo.
Un allestimento suggestivo — un giardino zen ricreato all’interno della location, con bonsai e tutto ciò che occorre per creare la giusta atmosfera.
Un percorso esperienziale — workshop dedicati alle arti giapponesi più note come Shodo (la calligrafia giapponese), Ikebana (la disposizione dei fiori) e Origami (il piegare la carta ricreando forme e figure).
In tutto questo, la cerimonia del tè — offerta ogni pomeriggio ai visitatori — si colloca non solo come performance in sé, ma come simbologia di un rito antichissimo con cui “prendersi un momento per sé dedicato all’ introspezione e alla purificazione dello spirito”.
Quanto ne sapete di bambù?
In Triennale, l'organizzazione no-profit Japan Creative ha organizzato la mostra OUR BAMBOO. Tutto maiuscolo, quindi credo vada urlato. Forza, tutti insieme: OUR BAMBOOOO!!!!
L'allestimento esplorava il bambù come materiale, come lavorazione e come potenziale impiego nel design contemporaneo, promuovendo la collaborazione tra artigiani giapponesi e progettisti di tutto il mondo.
Il percorso presentava diversi oggetti con lo scopo di mostrare ai visitatori tutte le proprietà del bambù, anche alla luce del suo essere un materiale sostenibile per il futuro. Le opere esposte hanno così dimostrato inoltre come lavorare questo materiale in modo creativo e innovativo.
Tra i pezzi esposti vi erano coppe, cesti, vassoi e tanto altro, oltre che accessori realizzati dal product designer giapponese Shigeki Fujishiro e lampade dell'industrial designer francese Samy Rio (agevolo le foto perché meritano!).
Ovviamente non potevano mancare diversi tipi di chasen, lo strumento utilizzato per preparare il tè matcha. A partire da una singola canna, il bambù viene intagliato con maestria, così da generare delle strisce sottili ripiegate verso l'interno. Questa sorta di frullino viene poi utilizzato per emulsionare l’acqua e la polvere di matcha.
Se vi interessa scoprire cosa c’è dietro questo materiale, visitate l’account Instagram di Japan Creative, ci sono un sacco contenuti sulla lavorazione del bambù!
Un incontro irripetibile con la felicità
In un articolo sul Golosario, Paolo Massobrio racconta una cena davvero suggestiva, che ha unito il tè, il Giappone e il design, intitolata “Un incontro irripetibile con la felicità”.
Il luogo era il ristorante Ichikawa di Milano, guidato dallo chef Haruo Ichikawa, che è stato nominato ambasciatore della cucina giapponese in Italia direttamente dal governo giapponese. Tra gli invitati, il nuovo console generale del Giappone a Milano, insieme a giornalisti, professionisti della ristorazione e altre grandi personalità della città.
La serata aveva come protagonista Ikumi Ishizaki, designer e maestra del tè, titolare dell'azienda Umu Design, che ha presentato il suo marchio di tè 丗SOU, coltivati nelle piantagioni di Mizuho, vicino Tokyo. Per l'occasione, all’interno del ristorante è stata allestita una stanza da tè in cui è stata realizzata la Cerimonia del tè, servendo appunto il Tōkyō Cha (tè di Tōkyō). La casa del tè e gli utensili per la cerimonia sono stati poi presentati nel temporary di Umo Design a Brera.
Durante la serata, tutte le portate avevano il tè non solo come abbinamento, ma anche come ingrediente fondamentale. Chawanmushi al temomi-cha con caviale, insalata di carne wagyu con salsa al tè, carpaccio di ricciola con tè al peperoncino e Tè sencha freddo, gelée con azuki shiratami e marmellata di Hachijo Fruit Lemon, e il Cheese Mousse di marmellata di Hachijo Fruit Lemon.
Vi rimando all’articolo di Massobrio per una gallery davvero goduriosa!
Perché il tè funziona sempre: come cultura, come suggestione, come cibo. Vi ho convinto?
Eccoci giunti alla fine. Affascinati dal Giappone, incuriositi dal bambù e… con un leggerissimo languorino.
Ci risentiamo la prossima settimana!