Un tè letteralmente spaziale
Tazzine sci-fy, storytelling sul caffè, il tè del Capitano della Flotta Stellare.
Benvenutə alla nuova puntata di StoryTealling, la newsletter dedicata alle notizie, al marketing e alle storie attorno al mondo del tè. Io sono Enrico Banfo, bevo tè e lavoro nella comunicazione. Grazie per essere qui. Cominciamo!
La tazza brevettata in orbita
Se un giorno ci trasferiremo sulla Luna o su Marte, durante il viaggio di andata ci potremo fare un bel tè? Non so se sia stato proprio questo il pensiero che ha guidato l’astronauta della NASA Donald Pettit, ma in qualche modo deve essersi posto la questione e ha progettato lei, la Capillary Cup.
Si tratta di una tazza zero-gravity, un bicchiere aperto concepito per essere utilizzato in un ambiente di microgravità, — appunto dove la gravità è al minimo, come sulla Stazione Spaziale Internazionale — per bere acqua o altri liquidi senza il classico sacchetto con cannuccia. La coppa è nata come una serie di esperimenti frutto della curiosità di Pettit per il comportamento dei liquidi nello spazio:
Diamo per scontata la gravità. Non ci rendiamo conto del peso delle nostre mani o della facilità con cui versiamo il caffè in una tazza. Non ci fermiamo a pensare: "Il caffè si alzerà e uscirà?" o "Possiamo versare il caffè?". Lo facciamo e basta. La gravità se ne occupa per noi applicando una forza al caffè, tirandolo verso il basso".
Il primo prototipo fabbricato da Pettit sulla Stazione Spaziale Internazionale sfruttava il principio del flusso capillare — la tazza è a forma di goccia, il fluido aderisce e scorre lungo uno stretto canale, giunge infine al bordo, dove si può bere.
Il secondo prototipo è stato realizzato da Mark Weislogel della Portland State University, in plastica alimentare stampata in 3D, venendo poi testato in volo dalla NASA. L'uso di una complessa geometria fluidodinamica migliora l'esperienza di idratazione, avvicinandola a quella a cui siamo abituati sulla Terra.
In seguito, Pettit ha realizzato una versione artigianale della tazza capillare basata sul progetto di Weislogel. Questa versione in ceramica porcellanata si trova ora sulla Stazione Spaziale Internazionale ed è tra i primi prodotti brevettati in orbita.
Un progetto dove si sono incontrati design, scienza e ingegneria. Il tutto per garantirci di bere acqua, tè o caffè esattamente come facciamo sulla Terra. Perché proprio la Terra?
Perché la Terra è l’unico pianeta con il caffè
Lavazza e l’agenzia Le Pub hanno lanciato una bella campagna incentrata sulla sostenibilità, ¡Marte! For Another Planet.
Il progetto è stato presentato il 22 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, con uno spot che gioca sull’immaginario di 2001 Odissea nello spazio. L’alba sul pianeta rosso, astronauti che si prendono cura di bellissimi chicchi di caffè color rubino, la confezione del primo caffè prodotto su Marte. E se il il prodotto che vende quaggiù si chiama ¡Tierra!, allora quello lassù si chiamerà ¡Marte!
Ovviamente il prodotto non esiste, ma è una scusa per affermare l’impegno di Lavazza per un’agricoltura sostenibile, per la formazione dei coltivatori di caffè e per la sensibilizzazione dei consumatori.
Speriamo quindi di gustare ¡Marte! il più tardi possibile.
Esatto, speriamolo davvero. Prendiamoci cura del nostro pianeta adesso, perché è l’unico col caffè, ma anche con il tè, con le piante, gli animali e pure noi umani. Facciamoci furbi un po’ tutti, dai.
Tè. Earl Grey. Caldo.
Quindi, cosa si berrà lassù nel futuro? Gli appassionati di Star Trek ne hanno già un’idea. Se chiedete loro chi sia il maggior bevitore di tè nello spazio, il Capitano Jean-Luc Picard è la risposta. Un francese che beve tè inglese? Ebbene sì, ma c’è un motivo.
Nonostante il nome francese, il capitano Jean-Luc Picard è la quintessenza del capitano britannico. Il creatore di Star Trek, Gene Roddenberry, ha dichiarato che Picard è basato su Horatio Hornblower, l’ufficiale della Royal Navy del XIX secolo nato dalla penna di Cecil Scott Forester. In effetti, simbolicamente, il consumo di tè inglese è legato a quel periodo storico di esplorazione dei mari e di espansione globale dell'Impero britannico — accompagnati dal tè della Compagnia delle Indie. Un po’ come l’Enterprise e il suo equipaggio della Flotta Stellare, che naviga là, dove nessuno è mai giunto prima.
Tornando a Picard, nel ruolo di Capitano, in particolare all’inizio, mantiene sempre una certa distanza dagli altri membri dell'equipaggio o dagli avversari, attraverso tutta la sua continuty. Spesso questa distanza viene superata, rinnovando vecchie amicizie o creandone di nuove, con una tazza di tè. In questo pezzo su Medium trovate un’intera panoramica di tutti i tè bevuti nel corso di tutte le stagioni di The Next Generation.
Un saluto vulcaniano a tutti
Grazie per aver letto StoryTEAlling. Oggi l’hai fatto sul telefono o dal tablet, magari sorseggiando un tè seduto in ufficio o in salotto. Ma in futuro leggeremo le newsletter di fronte a un bell’oblò con vista Saturno, esclamando Infusori a massima curvatura!